lunedì 23 settembre 2013

lunedì 29 ottobre 2012

Benjamin Fondane in italiano



Préface en prose

È a voi che parlo, uomini degli antipodi,
parlo da uomo a uomo,
con il poco che in me rimane dell'uomo,
con il poco di voce che mi rimane in gola,
il mio sangue è sulle strade, possa esso, possa esso
non gridare vendetta!
L'hallali è dato, le bestie sono braccate,
lasciate che vi parli con queste stesse parole
che condividemmo -
resta poco di intelligibile!
Un giorno verrà, è sicuro, in cui la sete sarà placata,
noi saremo al di là del ricordo, la morte
avrà ultimato i lavori dell'odio.
Io sarò un ciuffo di ortica sotto i vostri piedi,
-- ebbene, allora sappiate che avevo un viso
come voi. Una bocca che pregava, come voi.
Quando la polvere, o anche un sogno, entrava
nell'occhio, questo occhio piangeva un po'di sale. E quando
una spina cattiva graffiava la mia pelle,
colava un sangue rosso come il vostro!
Certo, proprio come voi ero crudele, avevo
sete di tenerezza, di potenza,
d'oro, di piacere e di dolore.
Proprio come voi ero cattivo e angosciato
solido nella pace, euforico nella vittoria,
e titubante, stravolto, nell'ora dello scacco!
Sì, sono stato un uomo come gli altri uomini,
nutrito di pane, di sogno, di disperazione. Eh sì,
ho amato, ho pianto, ho odiato, ho sofferto,
ho comprato dei fiori e non ho sempre
pagato la mia rata. La domenica andavo in campagna
a pescare, sotto lo sguardo di Dio, dei pesci irreali,
facevo il bagno nel fiume
che cantava fra i giunchi e mangiavo delle patatine fritte
la sera. Dopo, dopo rientravo a coricarmi
stanco, il cuore lasso e pieno di solitudine,
pieno di pietà per me,
pieno di pietà per l'uomo,
cercando, cercando invano in un grembo di donna
questa pace impossibile che abbiamo perso
un attimo fa, in un grande frutteto in cui cresceva,
al centro, l'albero della vita...



Eppure, no!
Non ero un uomo come voi.
Non siete nati sulle strade,
nessuno ha gettato nella fogna i vostri piccoli
come gatti ancora senz'occhi,
non avete errato di città in città
braccati dalle polizie,
non avete conosciuto le catastrofi all'alba,
i carri bestiame
e il singhiozzo amaro dell'umiliazione,
accusati di un delitto che non avete compiuto,
di un assassinio di cui manca ancora il cadavere,
cambiando nome e volto,
per non portar con sé un nome schernito,
un volto che aveva servito a tutti
da sputacchiera!
Verrà un giorno, senza dubbio, in cui il poema letto
Si troverà davanti ai vostri occhi. Esso non domanda
niente! Dimenticatelo, dimenticatelo! Non è
che un grido, che non si può mettere in un poema
perfetto, ma avevo forse il tempo di finirlo?
Ma quando calpesterete quel ciuffo di ortiche
Che fui io, in un altro secolo,
in una storia che per voi sarà desueta,
ricordatevi solo che ero innocente
e che, come voi, mortali di quel giorno,
avevo avuto, anch'io, un volto segnato
dalla collera, dalla pietà e dalla gioia,


un volto d'uomo, semplicemente!





Gli ultimi versi della Préface en prose (in inglese) all'entrata della Sala dei Nomi, allo Yad Vashem a Gerusalemme.


lunedì 23 luglio 2012

la accendiamo?



Mi presento e confesso la mia vergogna: sono il primo tra i ciucci del quiz del TFA classe A036, non ammesso per 0,50, in una università di cui non farò il nome ma che ha miracolosamente avuto alcuni ammessi (don't panic, poca roba anche qui). La premessa è, quindi, che con un minimo di attenzione (mannaggia a me) in più avrei potuto essere annoverato tra i luminari che hanno raggiunto l'ambita soglia del 21.

A parte ciò, mi va di fare alcune considerazioni di diverso carattere.
Carattere generale
1) è la filosofia riducibile a quiz? lo sono, più genericamente, le scienze umane comprese in detta classe di concorso?
La questione è, evidentemente, connessa alla decisione di propinare domande basate sul più bieco nozionismo, ma anche all'ipotesi di proporne di tipo concettuale.
2) si può, certo, decidere che i criteri selettivi debbano rifarsi a nozionismo e inumana capacità di memorizzazione.

Carattere specifico
1) Diamo il benvenuto ad un club esclusivo (che tanto esclusivo non è, visti i numeri) dedicato alla "filosofia" del buon don Abbondio che nasce sotto l'egida dei notabili: Amafinio, Ermarco di Mitilene.
3) Roberto Grossatesta, Ambrogio e Comenio non sono certo degli sconosciuti, ma beccare l'incastro opera-autore non significa poi sapere cosa sia la metafisica della luce dell'uno, il progetto pedagogico dell'altro, o il tipo di esegesi dell'altro ancora.
4) Blondel e Mounier, stesso discorso di cui sopra, ma (realisticamente parlando) occorre essere degli specialisti (normalmente, non li si studia neanche all'Università)
Il problema (uno dei tanti) non è tanto stilare la hit dei filosofi più famosi, il problema è che non sono pervenute domande che coprano l'essenziale della storia della filosofia: Aristotele, Tommaso, Spinoza, Leibniz (per onore di cronaca, devo però segnalare come questi due autori stiano tendenzialmente scomparendo dall'insegnamento: li si salta...) Descartes, Kant, Hegel, per citarne qualcuno alla rinfusa e per tacere del Filebo platonico e dell'indiretto Agostino.

Considerazioni sparse

1) Ho visto sgranare gli occhi a fior fiore docenti universitari, quando ho loro riportato alcune domande.
2) Ci sarebbe molto da dire (e da ridere, ops ridire) su personaggi che, dotati di cattedra, vanno blaterando, per esempio, di scuole psicanali(tiche)...
3) Dimenticavo, tra le altre cose: Lou è stata inserita a motivo delle quote rosa



Rimango della convinzione che la filosofia (e voglio sperare anche le altre scienze comprese nella suddetta classe di concorso) debba essere qualcosa di diverso da questo giochino da quiz televisivo...per tutto il resto c'è Wikipedia.

Scusandomi per la crassa ignoranza, distinti saluti

venerdì 20 luglio 2012

un classico della storia patria

arriva, con regolare cadenza, la data da rimembrare, il fatto da conservare all'interno del quadro memoriale della storia patria. porta con sé, con snervante abitudinarietà, tutto il corteggio di azioni poco chiare, dubbi (che sarebbe un sollievo fossero solo metodologici), incertezze (e, invece, ogni tanto qualche evidenza sarebbe necessaria, con buona pace di certi conoscenti che fanno loro la guerra, en philosophes), depistaggi, infiltrazioni, misteri (buffi solo se si è oltremodo dotati di umorismo nero), accuse di dietrologia, di furore ideologico, di disfattismo, di criticisimo esagerato, di cattivo tempismo. 
c'è chi parla di memoria, sarebbe forse il caso di iniziare a strutturare-rivelare una base su cui questa memoria possa fondarsi e sostentarsi: nomi, cause, concause, fatti certi su cui poter discutere. e, invece, siamo ancora qui a discutere sul come sia andata.
sarebbe anche giusto smettere di aumentare le fila dei martiri (al di là della classifica circa la loro, rispettiva dignità di martire): 1) non teniamo ad averne per ogni giorno del calendario; 2) ma vale proprio la pena? per l'italia? parliamone...
sarebbe anche l'ora di uscire di casa...

domenica 8 luglio 2012

Dossier Benjamin Fondane



E' impossibile presentare un autore come Benjamin Fondane in poche righe. Direi che è quasi imbarazzante. E' un autore di cui ci si innamora: aspro, fuori dagli schemi, sfuggente ai compromessi, non riducibile ad etichette (prima fra tutte, l'odiosa "poeta-filosofo") e, di conseguenza, esposto al massimo rischio di essere etichettato (si sa: estrema è la tentazione di riportare a più noti lidi ciò che è capace di mettere in subbuglio le certezze più granitiche, abitudinaria e semplicistica prassi difensiva/reattiva).
Come 'risolvere' tra la voglia sotterranea di condividere e la remora persistente alla superficie?

1) Una scarna biografia

Benjamin Wechsler, poi Fundoianu (e altri numerosi pseudonimi), infine, Benjamin Fondane, nasce a Iaşi (Moldavia) il 14 novembre 1898. A 25 anni, nel dicembre del 1923, lascia la Romania per stabilirsi a Parigi, dove, grazie alla comune amicizia con Jules de Gaultier, conoscerà, nel 1924, Lev Sestov, di cui sarà amico e discepolo.
Il 7 marzo 1944 viene arrestato dalla polizia francese; in quanto marito di una francese (Geneviève Tissier, sposata il 28 luglio 1931), potrebbe essere liberato, rifiuta per non abbandonare Line, sua sorella; il 30 maggio viene deportato ad Auschwitz dove sarà passato per la camera a gas il 2 o il 3 ottobre del 1944, si dice con le poesie di Baudelaire sulle labbra. 



2) Una scarna bibliografia

Vastissima è la pubblica di Fondane sia in lingua romena, sia in francese, tanto in saggistica (letteratura, filosofia, cinematografia) che in poesia (va ricordata la reccolta: Le Mal des fantômes, 1980, poi Verdier, 2006). Per il momento mi limiterò alla produzione filosofica in francese.
Pubblica su numerose riviste francesi e non: “Europe” (su Sestov e su Husserl); Unu”, “Sur”, riviste  spagnole; Journal des Poètes”, rivista di Bruxelles; “Cahiers jaunes”, Cahiers juifs”, “Cahier bleu”, “Documents 33”, “La Revue juive de Genève”, “La Revue de philosophie, e, soprattutto, collabora assiduamente ai “Cahiers du Sud” (articoli su Heidegger, su Kierkegaard e su tutta la contemporaneità filosofica nella rubrica da lui tenuta: La philosophie vivante).

Pubblica, inoltre, le opere: Rimbaud le voyou (1933), La conscience malheureuse, raccolta di saggi su Šestov, Husserl, Heidegger, Bergson, Gide, Kierkegaard, Nietzsche (1936), Faux Traité d’esthétique (1938).
Postumi:

Le Lundi existentiel et le dimanche de l’histoire (1945 nel volume collettaneo: L'Existence - edizione autonoma 1989)


Baudelaire et l’expérience du gouffre (1947)


Rencontres avec Léon Chestov (1982)


L'Être et la connaissance (1998)




3) Cosa c'è in italiano?

In attesa di completare quanto precede con la bibliografia secondaria in francese ed inglese, segnaliamo, in italiano, quanto segue: 


Rimbaud, la canaglia, Le nubi edizioni, Roma 2007. Traduzione di Rimbaud le voyou.

Testi critici:

Benjamin Fondane, numero monografico dedicato della rivista "Humanitas", Morcelliana, Brescia 2/2012. 

G. Farina, Benjamin Fondane e le gouffre, Artemide, Roma 2003.


A. Van Sevenant, Il filosofo dei poeti. L’estetica di Benjamin Fondane, Mimesis, Milano 1994.









lunedì 2 luglio 2012

incipit

ceduto alla malsana tentazione del blog, iniziare (e, forse, subito finire, nell'immediato e indeciso trattenersi sulla soglia) con questo dice già molto, quasi tutto